Mastico senza forza
Una radice amara
Come un bisonte solitario
Che erra zigzagando
Nei vasti prati dell'anima,
Cercando disperatamente
Il dolce ricordo del tuo sguardo
E mi perdo tra i misteri,
Vago nel labirinto della calma.
Nei miei ricordi
Il tuo fiore acerbo si erge
Come un faro la cui luce
Proietta un alone di nostalgia.
È il morso dell'aspide,
Dello sciacallo del deserto,
Della iena che ride schernendo.
Prendo i suoi petali ruvidi
Tra le mie labbra
E come un vasaio
Che vive modellando
L'argilla del dolore,
Scolpisco i miei dolori
In forme di lacrime
E cuore.
Il mio desiderio diventa
Polvere di stelle,
Cristalli macinati,
Freddo molibdeno,
Residui di stramonio,
Frammenti di un universo
In costante perdizione.
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