Dedico questa nuvola,
Que cadde delle mie occhi
Come cotiledone caddente,
Alla terna e dolce
Apocrifa sensazione
Che mi hai fatto vivere.
E per che non reste dubbio
Di quello che sto parlando
Dico di questo treno di pazzie
Sul cui mi hai fatto andare,
Nel cui ogni vertebra
E stata una efimera stazione.
Abbiamo abordato senza passagio
E senza planeggiare,
E credimmi che i panorame
Eteree che mi hai fatto vivere
Rimassero imantate alle mie retine
Impregnati nella mielina
Dei miei nervi
Collati alle pareti
Vuote del mio interior.
Cioe,
La tua lingua e la mia lingua
Sono stati eslaboni,
Ed il mio corpo ed il tuo corpo
Sitiarono senza rancore
Alla crudele desolazione.
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